Registrazione, Mix e Mastering
Pubblicato il 04/07/2022
La chitarra acustica, come tutti gli strumenti non amplificati, ha bisogno di essere ripresa con cura per cogliere tutte le caratteristiche e le nuances del suo timbro.
Ha una dinamica ampia e spesso i chitarristi la usano tutta per dare espressività alle proprie performance.
Ha una serie di dettagli timbrici che dipendono da fattori quali il tocco del musicista, la posizione della mano destra (sia negli arpeggi che con lo strumming), il tipo di plettro (se utilizzato) o - analogamente - l’uso delle unghie o dei polpastrelli. Anche la mano sulla tastiera ha il suo effetto. Basti pensare, ad esempio, alla produzione degli armonici.
Oltre a questo, il suono che arriva all’ascoltatore è la combinazione di tutte le componenti generate dalle varie parti dello strumento e, come sempre, dell’ambiente in cui è suonato il brano.
Cerchiamo di capire insieme come tenere conto di tutti questi aspetti.
La chitarra acustica (e tutti gli strumenti a corde) basa il proprio meccanismo di generazione del suono dall’interazione di corde tese e strutture meccaniche in grado di vibrare.
Anche le strutture meccaniche (in particolare tavola armonica, fondo e fasce) sono messe sotto tensione meccanica sia dalle corde che dalle metodologie di costruzione.
La corda, stimolata dalle dita o dal plettro, vibra a una certa frequenza e genera un impulso meccanico che ovviamente ha una sua struttura armonica.
Corde di materiale diverso generano timbri diversi (si pensi al nylon delle chitarre classiche e all’acciaio ricoperto con un avvolgimento in bronzo delle chitarre acustiche).
Ogni legno ha un suo suono e ogni tipologia costruttiva evidenzia o attenua determinate caratteristiche
La vibrazione è raccolta attraverso il ponte dalla cassa armonica e attraverso il capotasto e le meccaniche da manico e paletta.
La cassa armonica funziona da amplificatore acustico e anche da filtro dello stimolo ricevuto dalle corde (grazie alle caratteristiche dei legni che la compongono e dalle metodologie di costruzione).
Si può immaginare che la cassa armonica svolge la funzione di speaker e la tavola quella dell’altoparlante per fare una analogia con gli apparati audio. Continuando nell’analogia, la buca che si trova sulla tavola armonica è un po’ come il foro di accordo del bass reflex.
I modi di vibrazione della cassa armonica sono diversi e dipendono dalla densità del legno, dal suo spessore e da come sono configurate le catene (che sono strutture di legno incollate all’interno della tavola per caratterizzare il timbro).
Da tutte queste considerazioni derivano le tecniche di ripresa che approfondiremo nei paragrafi che seguono.
Dovendo riprendere i dettagli senza sacrificare nulla alla dinamica e all'estensione in frequenza, la scelta ovvia ricade sui microfoni a condensatore. In qualche caso si ricorre ai microfoni a nastro quando si cerca un suono smussato in alto.
Le possibilità di scelta sono ampie e dipendono anche dai gusti particolari del sound engineer e/o del musicista. Citiamo, quindi, qualche esempio senza la pretesa di essere esaustivi.
Un microfono che si associa quasi sempre alle chitarre acustiche è il Neumann KM-184. E’ un condensatore a diaframma piccolo che è stato utilizzato in migliaia di registrazioni in questo campo ed è quindi una certezza.
Una sonorità appena più calda era offerta dal suo predecessore (il KM-84 non più in catalogo) che può essere avvicinata scegliendo il Telefunken M-60 che, come il KM-84, è dotato di trasformatore in uscita.
Tra i microfoni a diaframma largo, a valvole, citiamo il Neumann U-67 o il Telefunken U-47. Entrambi sono fedeli riproduzioni di classici della storia della registrazione sui quali si può contare in ogni occasione.
Come detto in precedenza, il suono è emesso sostanzialmente dalla tavola armonica. Punti diversi di questa enfatizzano o attenuano particolari componenti.
Un suono ricco di alti e con tutte le componenti dell’attacco si trova in prossimità del ponte attaccacorde.
In prossimità della buca (un po’ come la porta del il bass reflex a cui accennavamo prima) si trova un timbro ricco di basse frequenze.
L’esperienza ci insegna che il punto in cui si trova il migliore equilibrio è in prossimità del dodicesimo tasto, nella giunzione tra manico e cassa.
E’ quello il punto da cui partire quando la ripresa è fatta con un solo microfono.
La maggiore o minore distanza tra microfono e strumento determina il contributo dell’ambiente al risultato finale.
A volte può essere opportuno utilizzare più microfoni per avere un suono più largo. Si possono usare coppie per riprese stereo o mid-side oppure più microfoni rivolti in punti particolari per cogliere i singoli contributi.
In questo video è stato utilizzato un microfono a diaframma largo tra buca e attacco del manico e due microfoni a larga banda per riprendere in direzione del ponte e del dodicesimo tasto.
Come accennavamo poco più sù, anche l’ambiente ha la sua importanza ed è quindi possibile utilizzare microfoni specifici per questa applicazione.
I microfoni di ambiente possono essere collocati in punti strategici nella sala (di solito noti al sound engineer) o a distanza opportuna dalla sorgente.
Il mix di tutte queste componenti (con adeguata attenzione alle fasi dei singoli segnali) contribuisce a rendere il suono registrato il più possibile simile a quello che si ascolta dal vivo.
Come si vede, per raccogliere la complessità delle elaborazioni che l'orecchio umano fa per sua natura, è necessario muoversi per approssimazioni successive e, a volte, in modo controintuitivo (verrebbe naturale microfonare in prossimità della buca).
Vale anche la pena di accennare al contributo che i preamplificatori possono dare al risultato finale.
A volte può essere utile sfruttare componenti colorati che aggiungono un po’ di armoniche per rendere il suono più eufonico (ma meno rispettoso del timbro naturale dello strumento).
L’onnipresente Neve 1073 è un classico ma ci è capitato di vedere anche il Chandler Germanium utilizzato con successo in sonorità più indicate per rock e pop.
Suoni più fedeli alla sorgente si possono trovare con preamp lineari e dotati di ampia dinamica come il promettente SPL Crescendo Duo.
Le alternative sono comunque molte e vi invitiamo a visitare il Milk Audio Store per scegliere il preamp che fa per voi.
Anche qui la sperimentazione o l’utilizzo di tecniche alternative è sempre e comunque cosa buona, come sempre quando si vuole produrre musica. A presto!
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